IL MINOTAURO GIUGNO 2022 – OPERA MONOGRAFICA DELLA RIVISTA

“Tutto se ne va, tutto ritorna; eternamente gira la ruota dell’essere. Tutto muore, tutto torna a fiorire, eternamente corre l’anno dell’essere”.

 (Nietzsche: Così parlò Zarathustra).

 

Si è deciso di pubblicare questa opera monografica de Il Minotauro che riproduce “vecchi” articoli di storici Autori della Psicologia del Profondo: il Meier, Dieckmann e in ultimo, ma non per ultimo, il Fisco Volfang Pauli.

 


Si è ritenuto che questo sguardo sul passato, oltre che di immenso valore storico/culturale (la cui proprietà intellettuale è della nostra rivista), possegga anche una altrettanta immensa attualità e un punto di partenza per poter osservare il futuro.

Oggi viviamo il tempo più buio ed oscuro della Psicologia del Profondo schiacciata e adombrata da ideologie politiche novecentesche morte e sepolte, combattuta da uno scientismo dogmatico che nulla ha a che vedere con la vera scienza, e divulgata da veri e propri imbonitori da fiera che fingono di esprimere concetti profondi attraverso le più insulse banalità che si possano mai concepire.

Per questo è importante tornare alle fonti, alla radice e alla tradizione cosa che cerchiamo di fare con questo numero di articoli storici per ricordare a quelli che come me sono anziani e mostrare altresì ai più giovani da dove veniamo, ovvero, quale è la nostra Identità.

Essa può essere sintetizzata dalla famosa frase di Freud: “La verità non si può permettere di essere tollerante”. Questo, con tutte le sue differenze teoriche, ha sempre cercato di fare la Psicologia del Profondo: porsi in modo empirico ed innocente di fronte alla verità dell’inconscio della psiche umana. Non si sono mai preoccupati, i Grandi della Psicoanalisi, del consenso, della ammirazione, del buonismo, del “politicamente corretto”, della ammirazione e del compromesso per non turbare gli animi della classe borghese dominante.

Solo la scomoda verità che “L’Io non è padrone in casa propria” ha animato gli studiosi della Psicologia del Profondo e la ricerca dei contenuti che si trovavano oltre, al di sotto e al di là della coscienza – ma che ne determinavano azioni e pensieri – erano l’oggetto dei loro studi.

Ciò che hanno trovato e visto non ha dato alla luce una umanità, più buona, dolce, accogliente e tollerante, anzi, tutt’altro, ma ci ha dato una umanità più vera. Oggi, l’uomo è a un bivio: o abbandonerà le sue ipocrisie narcisistiche di utopie irrealizzabili con progetti altrettanto irrealizzabili; oppure accetterà che ha un ES tremendo che deve capire, accogliere, integrare e trasformare per far sì che “là ove c’era l’Es dovrà esserci l’Io”. O l’uomo si volgerà verso la profonda conoscenza di sé stesso e accetterà e guarderà in faccia tutta la sua necrofilia narcisistica (per dirla con Fromm), per poterla dominare, oppure si distruggerà totalmente.

Il Gabbard ricorda spesso nei suoi corsi che la psicoanalisi nasce sovversiva e gli psicoanalisti sono dei sovversivi. Ciò è assolutamente vero, come è anche assolutamente dimenticato. Si deve tornare alla nostra radice sovversiva che ha, appunto, sovvertito il concetto stesso di cosa sia la psiche umana per riscoprire noi stessi, per aiutare gli altri a scoprirsi e per capire la semplice regola che si è liberi e padroni di tutto solo quando non si è più attaccati a nulla se non a un infinito amore per la Verità.

Così credevano e così si comportavano i nostri Padri fondatori dei vari sistemi psicodinamici: rileggiamoli ed impariamo nuovamente da loro che oggi la vera sovversione sta nel riscoprire la Tradizione del pensiero da cui tutti noi siamo nati. Forse è vero (ma io non lo credo) che la storia, come sosteneva Marx, si ripete solo con una farsa, ma la grave crisi del mondo d’oggi ci pone di fronte alla possibilità che la storia si arresti se l’uomo non ritrova sé stesso conoscendosi interiormente. La Psicologia del Profondo è proprio questo: guardarsi dentro accettando di vedere proprio ciò che di noi non ci piace e rendersi conto che ciò che scopriamo non è una novità, ma era lì da sempre. Sì ci ha fatto, sbagliare, soffrire, talora ci ha persino resi ignobili, ma, ciò non di meno ci sorride e ci dà la possibilità di comportarci eroicamente se insieme a questa oscura presenza in noi saremo capaci di ridere di noi stessi e delle nostre presunzioni: è un riso innocente di un bambino e al tempo stesso virile come un guerriero ed accogliente come una dolce madre; è una risata che possiede la stessa vibrazione del suono della siringa del dio Pan: una musica che si spande nell’etere che possiede il sapore dell’Eternità.

Heidegger disse che “soltanto un dio ci poteva salvare”, io però invece credo che ci salveremo solo se riusciremo ad essere “un fanciullo che danza” come sosteneva Nietzsche, il punto è soltanto quello di capire se si ha il coraggio di seguire il ritmo dell’evoè del coro tragico della nostra vita, o se si vuole seguire la rassicurante musica d’organo di chi per tenerci schiavi nessuno l’ha salvato mai!

Luca Valerio Fabj

 

Gli autori dei contenuti:

Carl Alfred Meier

19 aprile 1905 (Svizzera) – 15 novembre 1995 (Svizzera) – psichiatra, docente svizzero – psicologia analitica.

Affascinato da Jung fino a diventare nel 1948 direttore dell’Istituto Jung di Zurigo.

Alcune opere: Il sogno come terapia. Antica incubazione e moderna psicoterapia, Scienza e Religione, L’esperienza dell’inconscio, L’interpretazione del sogno e La Coscienza.

 

Hans Dieckmann

1921 (Berlino) – 2007, analista junghiano, docente all’Istituto di Psicoterapia di Berlino e al CG Jung Institute di Berlino, da lui fondato.

Insieme a Meier e W. Bitter fonda, nel 1969, la Zeitschrift für Analytische Psychologie

Alcune opere:  I metodi della psicologia analitica, Fiabe e simboli, I complessi

 

Wolfgang Pauli

25 aprile 1900 (Vienna) –  15 dicembre 1958 (Zurigo) – fisico austriaco

1945 – Premio Nobel per la fisica

Alcune opere: Teoria della relatività, Fisica e conoscenza, Psiche e natura