Lo sviluppo psicologico femminile

di Ivana Guercilena

Lo stato indifferenziato precosciente

In Simboli della Trasformazione Carl Gustav Jung con questa efficace immagine esprime la relazione vitale della coscienza con l’inconscio: «La coscienza individuale solo il fiore o il frutto di una stagione, germogliato dal perenne rizoma sotterraneo, e che armonizzerebbe meglio con la verità se tenesse conto dell’esistenza del rizoma, giacché l’intreccio delle radici è la madre di ogni cosa» (Jung, 1912).

Il primo stadio dello sviluppo psicologico sia femminile che maschile prende origine da un’unità psichica primigenia ove l’Io cosciente non è ancora emerso dall’Inconscio. Simboli di tale unità originaria sono il cerchio, l’Uovo cosmico filosofico, il t’ai chi cinese, l’atman hindu sotto forma di purusha, come anche un’antica immagine simbolica egiziana, il serpente circolare racchiuso in se stesso, l’Uroboros autogenerante; di esso è detto «Draco interfecit se ipsum, maritat se ipsum, impraegnat se ipsum» (Neumann, 1949).

L’Io in quanto coscienza quindi non è ancora nato. A livello individuale la manifestazione naturale è data dall’unione del bambino con la madre, quando ancora egli è contenuto, protetto e nutrito da essa in un rapporto di dipendenza totalizzante, prima di diventare una personalità definita con una coscienza centrata nell’Io.

L’esperienza archetipica di tale stato indifferenziato come uroboros matriarcale si incarna e si proietta nello stato di dipendenza da parte del bambino verso la madre, per quanto l’uroboros come stato indifferenziato aldilà degli opposti, non solo il grembo, bensì i progenitori, ove padre e madre primordiali sono uniti. Il rapporto embrionale, fetale e neonatale con la madre diventa quindi base esperienziale e modello di ogni “participation mystique” dell’immagine archetipica uroborica (Neumann, 1953). L’Io infantile emerge solo in singoli momenti isolati dalla penombra dell’inconscio e la grande nutrice gli fornisce tutto ciò di cui ha bisogno nella condizione beata di tale tempo. Come espresso da Neumann in Storia delle origini della coscienza:

[…continua nel numero di giugno 2019]

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