Scientificità, qualità, efficacia

Editoriale di Luca Valerio Fabj

Scientificità, qualità e efficacia è il moderno trinomio che caratterizza sia le scuole di psicoterapia come anche le tecniche attuali delle stesse.

Ciò costituisce senza alcun dubbio un enorme e necessario progresso nel campo della psicologia medica.

Difatti purtroppo e per troppo tempo nel nostro settore hanno avuto campo libero persone che si basavano su discutibili metodi unicamente soggettivi e intu­itivi che non venivano in alcun modo sottoposti a nessun tipo di validazione. Per non parlare di chi arbitrariamente, in campo medico, ha utilizzato (e purtroppo ancora utilizza) riferimenti filosofici, spiritualisti, esoterici e persino astrologi­ci, senza contestualizzarli nella loro mera dimensione simbolica/psicologica. Era pertanto necessario riportare la psicoterapia nell’ambito delle scienze mediche a tutela della stessa e dei pazienti che a noi si rivolgono per curare i loro disagi.

Quindi ben venga la scientificità e la validazione in Psicoterapia e con essa la indispensabile azione da parte degli Ordini professionali e della Magistratura per far rispettare tali criteri.

Tuttavia, come sempre avviene quando vi sono notevoli cambiamenti non si deve fare l’errore di “buttare via il bambino insieme all’acqua sporca”; e al trinomio so­pra citato della scientificità, qualità e efficacia è, a mio modesto avviso, necessario aggiungere un quarto punto di riferimento: l’umanità.

Ogni nostro Paziente è difatti unico e irreperibile ed è assioma della psicodinami­ca diagnosticare, accanto a ciò che rientra nelle categorie nosografiche universali, quello che unicamente lo caratterizza come individuo. Questo processo gnoseo­logico è alla base della comprensione che rende realmente efficace una psicotera­pia. Non curiamo astratti disagi psichici, ma uomini unici affetti da tali disagi. Voler curare solo i sintomi in Psicopatologia trascurando gli aspetti esistenziali e umanistici del così detto “malato” è un trattamento mutilo che manca di anima, ovvero è privo di umanità
[…continua nel numero di giugno 2019]

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